Chi Siamo
La Fondazione
Fondazione Maitreya Milano organizza eventi, iniziative, workshop e corsi per promuovere la conoscenza e la pratica del buddhismo in un’ottica unitaria e universalista, senza alcun fine di lucro e/o di proselitismo. Da maggio 2021 gli assistenti ed ex-allievi di Flavio Pelliconi, iniziatore, insegnante e organizzatore di Fondazione Maitreya Milano nonché generoso amico, portano avanti le attività della Fondazione al meglio delle loro possibilità.
La partecipazione è aperta a tutti, libera e gratuita. Nulla è dovuto per gli insegnamenti, che vengono impartiti gratuitamente. Sono gradite libere offerte (dāna) come contributo alle spese di affitto dei locali e di gestione degli eventi.
Il nome e la storia
Maitreya è il Buddha del futuro e simboleggia l’amore universale. Una delle sue caratteristiche è di star seduto al modo occidentale, differenziandosi da tutti gli altri Buddha, che siedono nella posizione del loto. Con l’idea di sostenere la diffusione del buddhismo in Italia e il dialogo con la cultura occidentale, nel 1985 è stata istituita a Roma, con sede in via della Balduina 73, la Fondazione Maitreya, Istituto di cultura interbuddhista. La Fondazione — che ha conseguito personalità giuridica nel 1991 con il riconoscimento per decreto del Ministero dei Beni Culturali — opera in Italia coordinando attività educative, convegni, seminari e attività editoriali in campo buddhista. La Fondazione è membro costituente dell’Unione Buddhista Italiana, U.B.I. e, dal 1997, dell’Unione Buddhista Europea, E.B.U., con le quali collabora per attività in campo culturale.
A Milano, liberi corsi urbani di meditazione Vipassanā hanno avuto inizio nel 2007, per dare un’opportunità di pratica a chi vive nel contesto metropolitano milanese, sfruttando il tempo libero a disposizione delle persone normali, che vivono e lavorano in città, cioè le ore serali e i fine-settimana. Nascono dalla pervicace idea di Flavio Pelliconi di facilitare l’aggregazione di una comunità di pratica non settaria, anzi unitaria e universalista, nello stesso tempo, cioè, laica e religiosa. L’esperienza ha confermato l’intuizione: le persone possono trovare accoglienza e un sostegno di tipo ecclesiale senza il collante di una credenza metafisica, ma condividendo una prassi di vita che si coniuga in etica, concentrazione e saggezza introspettiva. Da noi non ci si ritrova per «rafforzarsi nella fede», ma per incoraggiarsi reciprocamente a perseverare in un impegno che richiede una rinnovata, quotidiana adesione a una prassi. In fondo la parola «chiesa» deriva dal greco ἐκκλησία (ecclēsìa) che significa assemblea, adunanza laica.